Il testo, che entra in vigore per tutti i paesi, è stato firmato dal management SAP e da 16 rappresentanti (su 25) dei dipendenti SAP facenti parte della “Delegazione Speciale di Negoziazione”.
I delegati di Italia, Belgio, Bulgaria, Francia, Grecia, Regno Unito, Romania, Spagna e Polonia hanno deciso di non firmare l’Accordo Finale.
Per una sintetica panoramica del percorso che ha portato alla definizione e all’approvazione dell’Accordo Finale, rimando alla cronistoria.
Nel seguito di questo post sono invece sintetizzati gli aspetti principali che hanno scandito le fasi della negoziazione e alcune delle motivazioni che hanno spinto l'Italia a non ratificare l'accordo.
Fin dalla prima sessione dell’SNB (9-11 giugno 2010) su sollecitazione del management, la nostra delegazione nell’SNB si è inspiegabilmente auto-imposta, con voto a maggioranza (con il mio voto contrario), il vincolo di non poter comunicare ai dipendenti dei vari paesi i contenuti della negoziazione e di poter comunicare soltanto previo accordo con il managment SAP locale.
Questa discutibile decisione ha, di fatto, attribuito un potere di veto del management sulle prerogative di alcuni membri della nostra delegazione (inclusa me stessa).
L’interpretazione di tale diritto di veto è stata diversa a seconda delle realtà locali. Nel caso italiano è stata data una interpretazione assurdamente restrittiva, per cui mi è stato sostanzialmente impedito di condividere, con chi mi aveva eletto delegato all’SNB, anche la più piccola informazione sull’andamento della negoziazione, cosicché non mi è mai stato possibile raccogliere il loro eventuale consenso /dissenso sui contenuti della bozza finale dell’accordo che si andava a firmare.
Pur in questa sgradevole situazione, ho sempre preso parte attivamente a tutte le fasi della trattativa, sia come delegata in assemblea plenaria, sia come membro della delegazione ristretta di negoziazione (perché ho accettato il compito di segretaria di tale negotiation committee).
Al termine della negoziazione, tuttavia, ho deliberatamente e esplicitamente rifiutato di partecipare alla sessione di approvazione del documento finale (17-21 Novembre), perché non intendevo assumere alcuna responsabilità in merito ai contenuti della bozza finale, stante l’obbligo di “non comunicazione”, che mi aveva impedito di verificare se le mie riserve al testo erano condivise da coloro che mi avevano delegata a rappresentarli nell’SNB.
Affinché fossero chiare e documentate le ragioni per cui non avrei potuto sottoscrivere l’Accordo Finale, nelle settimane precedenti l’ultima sessione ho effettuato un lavoro minuzioso di comparazione fra i contenuti della bozza in discussione e quanto previsto dalla Direttiva Europea 2009 e ho distribuito le mie considerazioni critiche a tutti i membri della nostra delegazione nell’SNB.
In sintesi, gli aspetti che ritenevo insoddisfacenti erano i seguenti:
- I diritti che la bozza riconosceva ai dipendenti SAP apparivano – alla luce della mia analisi – assai minori rispetto a quelli che la Direttiva Europea 2009 ci avrebbe garantito se non avessimo negoziato;
- Alcuni punti presentavano a mio avviso profili di dubbia legalità, (in particolare il divieto, per i nostri delegati nel CAE, di comunicare direttamente con i loro elettori nei paesi privi di rappresentanza sindacale);
- Il quadro normativo delineato dalla bozza risultava complessivamente non allineato con quello di accordi analoghi già in vigore in aziende del settore IT.
Durante l’ultima sessione dell'SNB di Novembre, molti membri SNB hanno fatto pressioni per migliorare la bozza in discussione.
In questa fase, si è almeno ottenuto, insieme ad altri piccoli miglioramenti, di rimuovere il divieto di comunicazione fra i delegati CAE e i loro elettori. Al termine della discussione, comunque, io (intervenendo da remoto) ed altri sette delegati SNB (Belgio, Bulgaria, Francia, Grecia, Regno Unito, Romania e Spagna) abbiamo manifestato, per iscritto, perplessità sull’opportunità di approvare definitivamente la bozza così emendata, dal momento che ritenevamo opportuna una pausa per una valutazione complessiva del testo della bozza finale, con l’ausilio e il conforto di nostri legali di fiducia (i cui costi non sarebbero stati a carico di SAP).
Inoltre ritenevamo che fosse necessario un confronto fra la nostra bozza finale e il testo della legge con la quale il parlamento tedesco ha recepito la Direttiva Europea 2009, legge su cui si devono basare i CAE (nonostante molteplici sollecitazioni, il management SAP, infatti, non ha mai fornito la completa traduzione in inglese del testo della legge tedesca).
Nessuno firmerebbe un contratto importante senza prima avere esaminato le disposizioni legislative che governano la materia e senza essersi consultato con un legale di fiducia. Questo elementare criterio di prudenza è ancora più cogente se si opera in veste di rappresentante di terze parti.
Alla nostra richiesta scritta il management SAP non ha dato risposta.
Per queste ragioni, si è così arrivati alla firma dell'Accordo Finale senza il consenso di numerosi delegati.
In un contesto del genere, è sembrato poco elegante che abbiano contribuito all’approvazione del testo a maggioranza i delegati tedeschi, per i quali i diritti di informazione e consultazione previsti nel testo dell’Accordo Finale sono ininfluenti, dal momento che la legislazione tedesca riconosce la presenza di loro delegati nel Consiglio di Sorveglianza (Mitbestimmung), cioè diritti di consultazione e informazione ben superiori a quelli contemplati nel testo dell’Accordo Finale.
Attendo pubblicazione ufficiale da parte di SAP del testo dell’”Accordo SAP” ratificato per pubblicare ulteriori commenti nel merito.